Preghiera del mattino

di Valentina Diana
con Silvia Lodi
regia e light design Giuseppe Semeraro
struttura scenica Antonio De Luca
costumi Silvia Lodi, Sandra Tognarini

Ogni mattino, nella tradizione ebraica, si ringrazia il Signore, re del mondo, per molte cose importanti. Uno di questi ringraziamenti prevede una formula diversa se a pronunciarla è un uomo o una donna. L’uomo ringrazia il Signore per non averlo fatto nascere donna, la donna abbozza, nella preghiera dice: grazie per avermi fatta nascere “secondo la tua volontà”. La donna nell’Antico testamento” spesso non ha neppure un nome e spesso subisce torti o violenze che vengono riferiti senza soffermarcisi troppo, come fatti accessori o inevitabili. Come se il messaggio, il senso alto, reclamassero qualche piccolo sacrificio, qualche piccolo torto di servizio, in nome di qualcosa di più grande e più importante, che non può avere occhi e attenzione per tutti. Ho pensato che fosse bello allora, dare voce a quelle donne seminascoste, a quei personaggi un po’ in disparte, per illuminarne, almeno un po’, la sorte. La Bibbia, questa volta, servirà a farci riflettere su realtà marginali e vite semicancellate, appena intuibili, come troppo spesso accade nella realtà.
V. Diana

ll compito che mi sono dato è quello di dare carne e corpo a delle storie. Tutto il lavoro fatto è stato teso ad accendere vita sulla scena. Questo compito non era facile perchè avevamo a che fare con storie bibliche che parlavano in maniera più o meno diretta di violenze subite dalle donne. Queste storie e queste donne non sappiamo se sono vere o semplicemente frutto della millenaria tradizione biblica. Sicuramente quelle storie hanno un riverbero con storie del nostro tempo, purtroppo la storia ama ripetersi. Una volta letti i testi scritti da Valentina Diana e ispirati a quelle storie ho cercato di dare subito concretezza a quelle voci. Spesso siamo partiti da dettagli, piccoli indizi, intuizioni, errori, costumi, storie personali e soprattutto non ultimo dal corpo scenico dell’attrice. Poco alla volta quelle storie antichissime e leggendarie hanno preso forma dentro corpi e storie moderne portando emozione e forza sulla scena. Abbiamo consapevolmente scelto pochissimi elementi scenici facendo del corpo e della voce dell’attrice il luogo vero dove il teatro accade. Questo lavoro per me è una preghiera laica, un teatro che cerca nella preghiera la forma della sua verità.
G. Semeraro

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